Il welfare aziendale e la gamification
Il gioco è un elemento fondamentale della natura umana. Gli antropologi ne hanno trovato traccia in ogni civiltà. Giocare assieme è un modo per creare comunità, ma anche per incentivare a migliorarsi. Perché l’importante è partecipare ma a tutti piace vincere.
Quando ricevo un beneficio che arriva a me e a tutti gli altri indistintamente, tendo a darlo per scontato, non lo carico di grande valore, non mi sento motivato o incentivato a far qualcosa per sentire di meritarmi la ricompensa.
Se invece il beneficio è frutto del riconoscimento di un risultato in una gara o in un gioco nei quali ho primeggiato sugli altri, tendo a dare un valore maggiore al premio e a impegnarmi per raggiungerlo.
Su queste basi si basa quel processo utilizzato nel marketing e denominato: gamification.
È un metodo che, con le opportune tarature, può essere utilizzato anche nel welfare aziendale. L’acquisizione di benefit può, infatti, arrivare in base a una competizione. Esistono esperienze di gamification in cui i collaboratori dell’impresa hanno a disposizione una piattaforma online nella quale creare un proprio avatar e guadagnare punti in base a una serie di parametri (per esempio, i giudizi della clientela o altri dati quantitativi: dalle presenze sul lavoro agli obiettivi raggiunti).
È un sistema che però può generare anche frustrazione e invidia da parte di chi non riesce a raggiungere il massimo dei risultati, con esiti opposti a quelli desiderati. È un metodo utilizzabile, prevalentemente, in quei settori o dipartimenti aziendali nei quali esiste già una struttura basata sul raggiungimento degli obiettivi; in questo caso la veste di game potrebbe rendere più divertente e simpatica una sfida che esiste già nei fatti.
In alternativa al gioco agonistico si può proporre un modello di gioco cooperativo. Una competizione non contro gli altri ma con gli altri. Un gioco di squadra nel quale ognuno deve fare la sua parte per ottenere la vittoria. Si tratta di un modello basato sulla responsabilità individuale nell’ottenere o nel gestire un beneficio da condividere tra più soggetti.
Un metodo che si può applicare anche al welfare aziendale. Per esempio, si può proporre quale benefit una casa-vacanze che viene utilizzata a turno dai collaboratori con l’obiettivo di responsabilizzare il team nell’utilizzare un bene comune, con l’impegno di lasciarlo nelle stesse condizioni nel quale lo si è trovato o addirittura impegnandosi a migliorarlo e a renderlo più confortevole.
L’importante è che qualunque modello di gioco si scelga vi sia una percezione di divertimento da parte dei collaboratori nel parteciparvi. Se un gioco viene vissuto come un’imposizione, non è più un gioco e perde la sua capacità di generare valore e di essere un incentivo a migliorarsi.