"Nessuno sembra capirmi, io per prima. A volte mi sento una ragazza, a volte invece mi sembra di riconoscermi in un maschio”

 

Una riflessione immaginaria di un imprenditore.

Questa è probabilmente la frase dell’agenda scolastica che ha innescato questa fortissima polemica nel Cantone Ticino. Ne ho sentito parlare molto sui media e anche qui in azienda ognuno ha qualcosa da dire. Davvero un argomento scivoloso, e io non so bene che posizione tenere. Non mi sono davvero fermato a rifletterci fino a stamattina, poi mi sono deciso a cercare se sul web potevo recuperare un esemplare di questa esplosiva agenda.

Ora l’ho finalmente sfogliata tutta, soffermandomi su quelle 4 pagine (dalla 84 alla 87) che stanno facendo tanto discutere. Leggo e rileggo, cercando conferme o smentite di tutte le prese di posizione che ho, a dire il vero un po' distrattamente raccolto dai media e dalle conversazioni alle quali ho assistito. Risultato di questa mia operazione? Un ulteriore dubbio.

Eh si. Ho la tendenza a riportare tutto sulla dimensione aziendale, è vero. Però è questa è la mia competenza e il mio talento, e per la mia azienda io vivo, penso e agisco. I problemi della scuola li risolverà qualcuno più preparato di me, ma quello dell’inclusione è un tema enorme presente ovunque, anche nelle imprese.

Tante le domande che mi rimbalzano nella testa:

  • Per quale ragione le imprese dovrebbero occuparsi di diversità e inclusione?

  • Non è forse un tema che dovrebbe rimanere nel privato e fuori dal contesto lavorativo?

  • Non è forse una sorta di intrusione nella vita dei propri collaboratori?

  • E poi, come posso fare per assumere un approccio inclusivo?

  • E cosa significa veramente?

  • Farlo da imprenditore e proprietario di azienda non mi farebbe apparire come paternalista, e magari anche maldestro e goffo nel mio tentativo?

La teoria mi è piuttosto chiara, la diversità e l'inclusione sono temi estremamente importanti per le imprese e dovrebbero essere considerati parte integrante del contesto lavorativo. Comprendo perfettamente che le ragioni per cui le imprese dovrebbero occuparsene attivamente sono molte:

Vantaggio competitivo: un ambiente di lavoro inclusivo può portare a un miglioramento delle prestazioni e dell'innovazione. Diverse prospettive e background possono portare a soluzioni creative e a una maggiore adattabilità alle mutevoli esigenze del mercato.

Riflessione della società: le imprese operano all'interno della società e hanno un impatto su di essa. Essere inclusivi riflette l'ampia gamma di persone e culture presenti nella società e dimostra un impegno per rispettare e servire questa diversità.

Attraente per i talenti: le persone sono più inclini a lavorare per aziende che dimostrano un impegno per la diversità e l'inclusione. Un ambiente di lavoro aperto ed equo può attirare talenti di diversi background, creando un pool di risorse più ampio da cui attingere.

Miglioramento del clima lavorativo: l'inclusione promuove un ambiente di lavoro in cui tutti si sentono rispettati e valorizzati. Ciò può portare a un miglioramento del benessere mentale dei dipendenti, riducendo il turnover e aumentando l'engagement.

Riduzione dei pregiudizi: promuovere l'inclusione può contribuire a ridurre i pregiudizi e gli stereotipi, creando un ambiente in cui le persone imparano ad apprezzare le differenze e a lavorare insieme in modo efficace.

Mi hanno anche già detto di liberarmi dell'idea che sia un'intrusione nella vita dei collaboratori. L'obiettivo di occuparsi della diversità e dell'inclusione non è quello di interferire nella vita privata, ma di creare un ambiente di lavoro in cui ogni individuo possa esprimere il proprio potenziale senza paura di discriminazioni o pregiudizi. Si tratta di promuovere il rispetto reciproco e la collaborazione.

Ma soprattutto in molti mi hanno consigliato di smetterla di preoccuparmi di essere maldestro nell’approccio.  Dandomi anche alcuni spunti per sviluppare un ambiente di lavoro inclusivo:

Formazione: cerca formazioni o consulenze specializzate per imparare come gestire l'inclusione in un ambiente lavorativo. Questo ti aiuterà a capire le migliori pratiche e a evitare errori comuni.

Valori e politiche: definisci valori aziendali che promuovano l'inclusione e stabilisci politiche chiare che affrontino la discriminazione e il bullismo.

Diversificazione delle assunzioni: cerca attivamente candidati di diversi background per le tue posizioni aperte. Evita le tendenze inconsce di selezionare solo persone simili a te.

Ascolto attivo: chiedi regolarmente feedback ai tuoi dipendenti per capire se si sentono inclusi e ascolta le loro preoccupazioni. Prendi provvedimenti basati su ciò che apprendi.

Mentorship e sviluppo: crea opportunità di mentorship e sviluppo che consentano a tutti i dipendenti di crescere professionalmente, indipendentemente dal loro background.

Sensibilizzazione: organizza sessioni di sensibilizzazione e dialogo per educare i dipendenti su questioni di diversità e inclusione.

Monitoraggio e misurazione: raccogli dati sulle iniziative di diversità e inclusione e misura i progressi nel tempo.

 

In molti sottolineano l'importanza di essere consapevoli dello sforzo costante e dell’impegno sincero che richiede la promozione la diversità e l'inclusione in azienda. Evidenziando anche la possibilità di coinvolgere esperti o consulenti in questo processo, se si ritiene che le competenze interne attuali non siano sufficienti. Oppure anche l’aspetto fondamentale di chiedere costantemente il feedback dei dipendenti, per capire come migliorare l'ambiente di lavoro e la comunicazione.

Questa riflessione immaginaria vi ha stimolato in qualche modo?

Parliamone apertamente, scambiamoci opinioni ed esperienze. 

Se vi interessa farlo all’interno di una rete, insieme ad altre imprese, un’adesione ad AITI4Welfare potrebbe essere un’ottima idea. Vi aspetta una piattaforma digitale che potenzierà l’efficacia della vostra azione e avrete l’occasione di entrare in un Network che crea opportunità di scambio di esperienze e buone pratiche.

 

 
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