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Un supporto in un’epoca d’incertezza

Migliorare la qualità del lavoro è un impegno che ogni azienda dovrebbe perseguire. Innanzitutto, per una scelta etica e di responsabilità sociale, ma anche perché è il modo migliore per rendere soddisfatti i propri collaboratori, perché i lavoratori soddisfatti riescono a offrire una concentrazione maggiore nelle proprie mansioni.

Il Welfare aziendale è anche questo, significa mettere al primo posto la salute fisica e mentale dei propri dipendenti. La pandemia, con il clima di incertezza nella vita personale, sociale e lavorativa che ha provocato negli ultimi due anni, è stato un fattore che ha senz’altro rappresentato una minaccia per la salute mentale delle persone.

Nel 2021, dopo un anno di pandemia, una ricerca di Ipsos per il World Economic Forum, vide intervistare i cittadini di 30 Paesi nel mondo. Il 45% degli intervistati affermò che la propria salute mentale e stabilità emotiva erano peggiorate dall'inizio della pandemia e soltanto il 16% riteneva che la propria salute mentale fosse migliorata. 

Perciò in questo momento storico le aziende possono intervenire in due direzioni. 

La prima è quella di curare le relazioni interpersonali all’interno dell’ambiente lavorativo. Se le relazioni sono sane e positive, si stimolano la motivazione e l’impegno, la creatività e la produttività. 

Relazioni conflittuali, innescate anche da condizioni personali psicologiche rese più problematiche dal clima d’incertezza, producono invece ansia, malessere e stress, il risultato è un peggioramento della propria salute e della propria capacità di impegnarsi.

Le conseguenze sono assenteismo sul lavoro o presenza anche in condizioni psico-fisiche non adatte al lavoro (con il conseguente rischio di infortuni), calo della produttività, calo delle prestazioni, incremento del turn-over.

Investire nel welfare, nel creare un ambiente lavorativo migliore è dunque un investimento per l’azienda. 

Spesso per realizzare un miglioramento delle relazioni è necessario coinvolgere figure esterne, professionisti in grado di valutare in modo obiettivo le criticità nei rapporti interni e offrire modalità differenti per affrontarle e superarle.

La seconda direzione che si può percorrere è invece esterna all’azienda, e può consistere nell’offrire ai propri collaboratori una serie di vantaggi economici con convenzioni per attività di supporto psicologico, screening preventivi, sostegni nella crescita e assistenza dei figli, incentivi a pratica di vita sana ed equilibrata. In generale, può essere utile ogni proposta che va nella direzione di aiutarli nel mantenere un’armonia psico-fisica ideale anche all’esterno dell’ambiente di lavoro.

Le iniziative di welfare aziendale devono ovviamente confrontarsi con i costi di mercato che hanno simili prestazioni, evitando di produrre un aggravio eccessivo sul costo del lavoro. Non va però mai dimenticato che il valore di un’azienda, considerata la sempre maggiore specializzazione delle produzioni e dei servizi, è sempre più legato al patrimonio di competenze dei propri collaboratori. Un valore che va tutelato anche investendo nel welfare aziendale.