Cercasi leader responsabili, meglio se certificati
Stando alla recente ricerca di Accenture “Whole-Brain Leadership: The New Rules of Engagement for the C-suite”, il 73% degli alti dirigenti italiani e il 65% di quelli internazionali sono consapevoli di avere delle carenze nelle competenze trasversali, le soft skills, fondamentali nelle relazioni interpersonali e nel modo di porsi rispetto al contesto lavorativo.
Non solo: oltre l’80% dei manager intervistati si aspetta un’evoluzione della propria azienda verso un approccio di leadership che integri una componente empatica e istintiva.
In questa prospettiva emerge chiaramente l’esigenza di formare la classe dirigente affinché sviluppi un approccio alla leadership diverso: il corso Certified Responsible Leader, organizzato dal Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale della SUPSI e ALMA Impact AG, mira ad incrementare la sensibilità di leader aziendali ed imprenditori sui temi della sostenibilità e della responsabilità applicata ai processi di leadership aziendale in modo strategico e trasversale.
Il percorso porta inoltre all’ottenimento della certificazione SAQ Swiss Association for Quality Certified Responsible Leader in base alla normativa ISO 17024 internazionalmente riconosciuta.
Abbiamo chiesto ai membri del Comitato scientifico, alla Direttrice di SAQ e alla responsabile operativa, di raccontarci la genesi e gli obiettivi di questo innovativo percorso formativo.
Emmanuel Toniutti, Ethicist, Ph.D. from Laval University, International Senior Advisor for Executive Boards. Teaching Executive Education HEC Paris
Nel mondo del lavoro, come evidenziato nella ricerca sopramenzionata, si parla sempre più spesso di una crisi dei modelli di leadership. Secondo lei in che modo i cambiamenti della società stanno influenzando le caratteristiche necessarie per essere un leader efficace?
Il mondo attuale, sempre più veloce e imprevedibile, impone ai leader di imparare a gestire le proprie emozioni e quelle dei principali stakeholders legati all’azienda: clienti, impiegati, azionisti e fornitori.
Essere un buon leader oggi impone dunque di sviluppare la conoscenza emozionale di se stesso, degli altri e dei diversi ambienti culturali dove l’azienda sviluppa le sue attività.
La sfida più importante è di essere capace di gestire le paure e di dedicare tempo a costruire una visione globale della complessità per essere in grado di analizzare con lucidità le conseguenze delle decisioni prese.
Andrea Frei, Co-Lead Human Capital Mgmt & Executive MBA SUPSI, HR & Change Management EOC
Come descriverebbe un leader responsabile e quali caratteristiche differenziano questo approccio da una leadership più classica?
Da sempre i Leader sono donne e uomini che si sono occupate di donne e uomini, l’aspetto relazionale è imprescindibile nel ruolo di ogni Leader, il quale provvede ai bisogni umani di direzione, protezione, ordine e senso. Le modalità con cui i Leader esercitano il loro ruolo dipendono fortemente dal contesto e nel corso del tempo le caratteristiche necessarie si sono evolute.
La Leadership oggi deve rispondere ad una realtà complessa e non prevedibile che richiede approcci adattivi. Si può continuare ad usare il paradigma feudale di dipendenza dei follower dal Leader, una persona idealizzata che calma e seduce. Oppure, si può usare il paradigma dell’ecosistema, nel quale il Leader crea coesione, dà senso al lavoro di un insieme di persone che seguono interessi comuni ed è integrato nel complesso sistema insieme a tutti gli altri, producendo una responsabilità collettiva che lui sa mobilizzare. In una frase, il Leader è in grado di rappresentare l’etica individuale in un compasso morale collettivo.
Ivan Ureta Vaquero, Ph.D., Senior Lecturer & Head Continuing Education (ad-Interim) and Head of Executive Education Management SUPSI
In base a quali analisi avete deciso di ideare il corso “Certified Responsible Leader” e a quali profili professionali consigliereste di iscriversi?
Perché e come? Ci poniamo questa domanda per cercare di capire il senso della nostra azione, l’impatto che la stessa può avere per noi e per il nostro contesto e in che modo è allineata ai nostri valori ed alla nostra identità professionale. Non si tratta tanto di capire come di capirsi.
Le competenze disciplinari molto tecniche si dimostrano, sempre di più, limitate per gestire un presente molto incerto e volatile. Perciò è più necessario che mai intraprendere un percorso di auto-indagine e consapevolezza che consenta di mettere a fuoco le priorità e dia senso alla nostra azione. L’obiettivo del Certified Responsible Leader va in questa direzione.
Dare ai partecipanti la possibilità di capirsi, di rispondere alla domanda del perché e del come; chi sono io come leader e come posso servire meglio gli interessi ed i bisogni della comunità facendo in modo che ognuno possa diventare altrettanto leader e servitore.
Prisca Zammaretti, Ph.D., Managing Director di SAQ – Swiss Association for Quality and Leadership Coach
SAQ si occupa da quasi 60 anni della certificazione professionale delle persone secondo norma ISO 17024. Con il Certified Responsible Leader andate in qualche modo a quantificare dei valori e degli atteggiamenti, più che una funzione professionale. Cosa vi ha spinti a creare una certificazione che mira a qualificare un ruolo così trasversale?
La SAQ Swiss Association for Quality è un'associazione che si occupa di qualità nella sua globalità. Ciò significa che affrontiamo il tema in modo trasversale tra le varie divisioni e le diverse aree di attività.
Nel caso specifico del Certified Responsible Leader, questo certificato corrisponde alla nostra filosofia e ai nostri valori. Alla SAQ agiamo con la massima integrità, in coerenza con i nostri valori fondamentali. Inoltre, nell'attuale contesto socioeconomico molto dinamico, la sostenibilità è un elemento chiave per qualsiasi leader.
Per noi la sostenibilità è un concetto ampio, che riguarda sia l'ambiente che il sistema economico, senza dimenticare tutto ciò che riguarda la responsabilità aziendale e sociale. Per questo ci impegniamo in questa innovativa certificazione.
Cristina Campana, Education Project Manager and Learning Specialist di ALMA Impact AG, Trainer
ALMA Impact AG, in qualità di azienda attiva nella formazione continua di adulti, ha un punto di vista privilegiato sui profili che popolano oggi il mercato del lavoro in diversi settori. I collaboratori sono probabilmente gli stakeholder più importanti per un leader: quali sono secondo voi le loro aspettative?
Secondo l’Ufficio federale di statistica, Millennials e Generazione Z insieme rappresentavano nel 2021 ben il 46.9% della forza lavoro attiva sul mercato svizzero.
Queste generazioni stanno dimostrando sempre meno tolleranza verso metodi di conduzione che non tengono conto di concetti quali la work-life balance, la diversity sul posto di lavoro e valori aziendali etici nei quali potersi identificare. Nella recente pubblicazione Workmonitor 2023 condotta da Radstad, circa il 47% degli intervistati appartenenti alla categoria Millennials e Generazione Z hanno affermato che non accetterebbero un lavoro in un'azienda non in linea con i loro valori in ambito sociale e ambientale. Oltre il 57%, inoltre, lascerebbe un posto di lavoro nel quale non sente un senso di appartenenza.
Cari leaders, possibilità di carriera e stipendi alti non sono più sufficienti per attirare e trattenere talenti. Il cambiamento è già avvenuto, è necessario adeguarsi.
Alberto Stival, Co-founder and President of ALMA Impact AG, Certified Board Member SAQ, President of pr suisse and Board Forum della Svizzera Italiana
Nell’ambito della sua attività professionale lei si occupa da molti anni di sostenibilità applicata alle imprese del mondo finanziario. In che modo questo corso si collega al tema della responsabilità sociale d’impresa?
In effetti il concetto della sostenibilità ingloba anche la questione della responsabilità sociale e ambientale delle imprese. Questo corso non vuole però formare dei CSR Manager, per questi profili professionali la SUPSI propone già da anni un CAS molto valido e apprezzato dalle imprese.
Confrontandoci spesso con le aziende su questi temi ci siamo però resi conto che senza i giusti alleati, senza un middle- e top management altresì sensibilizzato al tema della sostenibilità, un CSR manager da solo non può fare molto.
È necessario un cambiamento culturale nelle aziende per comprendere che la sostenibilità rappresenta una grande opportunità di crescita e sviluppo, anche economico, delle imprese, e questa transizione verso un’economia più responsabile non può essere delegata unicamente ai CSR manager, al contrario, la responsabilità vera la portano i leader a vari livelli delle aziende, per questo è necessario sensibilizzare e formare anche loro, per questo abbiamo creato questa nuova certificazione.